Novità per il Biscottificio Tumminello. Dal 7 all’11 ottobre la nostra azienda sarà presente a Colonia ad Anuga, la più grande fiera internazionale nel settore agro-alimentare, presso il padiglione Offembachsaal.

La fiera Anuga vanta uno spazio espositivo di 284mila metri quadri, suddivisi in 10 saloni tematici. Migliaia di importanti buyer da tutto il mondo popolano ogni edizione della fiera.

Siamo lieti di rappresentare in un evento internazionale una parte della tradizione gastronomica siciliana. Da sempre per i nostri biscotti utilizziamo materie prime di altissima qualità della nostra terra, quali i grani antichi (Timilia e Maiorca), l’olio extra vergine di oliva e i limoni siciliani, il miele o le mandorle di Avola.

Direttamente da Castelbuono, luogo di forte vocazione turistica ed enogastronomica, la nostra azienda esporrà la nuova linea di prodotti artigianali da forno: i Tuminì, la tradizione dei grani antichi siciliani che si fonde con il gusto unico dell’olio  extra vergine di oliva e gli Zigarì, l’incontro perfetto tra l’olio extra vergine di oliva e il gusto fresco dei limoni di Sicilia.

Sono gli ingredienti naturali ed i procedimenti artigianali a regalare ai nostri prodotti la bontà dei biscotti di una volta.

La bontà e genuinità dei limoni di Sicilia e dell’olio extravergine di oliva si fondono per dare vita a dei biscotti: gli Zigarì. È così che questi biscotti portano in tavola sapori e profumi della Sicilia.

Limoni e olio extravergine di oliva sono solo due dei prodotti che questa terra ci regala. Prodotti che racchiudono in sé non solo l’inconfondibile gusto, ma anche molte proprietà benefiche.

Il limone è un vero e proprio dono della natura, fin dall’antichità veniva considerato una sorta di “panacea per tutti i mali”. È un frutto indispensabile e insostituibile per gli innumerevoli effetti benefici e curativi: protegge il sistema immunitario, aiuta la digestione, riduce i livelli di colesterolo, contrasta l’arteriosclerosi sono solo alcuni dei benefici di questo frutto.

Il contenuto calorico dei limoni, inoltre, è molto basso, mentre è molto ricco di acido citrico, acido malico, olii essenziali, oligominarali con abbondanza di potassio, vitamina A ,B e C. Il limone in cucina viene largamente usato, sia sotto forma di succo, sia come condimento e va ad arricchire molti piatti. La sua scorza, molto aromatica, viene spesso inserita negli ingredienti per preparare ed insaporire i dolci.

Non da meno è anche l‘olio extravergine d’oliva. Alimento conosciuto e stimato in ogni parte del mondo, l’olio extravergine d’oliva esprime pienamente l’essenza della dieta mediterranea.

L’olio, che deriva dalla spremitura a freddo delle olive, fattore che garantisce che tutte le sue componenti nutritive si conservino per diverso tempo, è riconosciuto per le sue innumerevoli virtù. Grazie alle sue proprietà, l’olio extravergine è un ottimo alleato contro numerosi attacchi al nostro organismo, aumenta, ad esempio, il colesterolo buono e abbassa quello nocivo. È ricco di antiossidanti e di sostanze con proprietà antinfiammatorie e favorisce la digestione.

Proprietà che il Biscottificio Tumminello ha deciso di incorporare in un biscotto, gli Zigarì, per renderli adatti in ogni momento della giornata. Perfettamente adattabili al gelato, alla granita per uno spuntino o come modo alternativo di fare colazione nelle calde giornate d’estate.

Dal gusto delicato, gli Zigarì non sono dei semplici biscotti al limone, ma sapranno deliziare il vostro palato in modo unico.

I biscotti Tumminello nascono dall’amore per una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Antiche ricette ed ingredienti semplici che restituiscono sapori genuini.

Anche il periodo delle festività pasquali è per noi del Biscottificio Tumminello un momento molto importante per recuperare alcune tradizioni peculiari del nostro territorio.

A Castelbuono, paese adagiato sulle Madonie nel quale si trova la nostra azienda, è consuetudine preparare per Pasqua dei dolci molto particolari: i Cosi i Pasqua.
Anche quest’anno, come da tradizione, abbiamo voluto preparare queste golose specialità. Si tratta di una preparazione lunga e laboriosa, ricreata sulla base di antiche ricette che vengono custodite in ogni famiglia e tramandate.
Questi antichissimi biscotti si presentano sotto varie forme che richiamano il tema pasquale. Si possono trovare i biscotti a forma di agnellini, campane, cuori, pupe e tanto altro. Le varie forme non vengono ricreate da stampi o formine, ma vengono realizzate interamente a mano. Anche la loro sagoma, dunque, è frutto dell’abilità e della maestria di chi li prepara.

Infine, i Cosi i Pasqua vengono decorati con glassa di zucchero, i diavulicchi, ovvero gli zuccherini colorati, ed i cannittigli, zuccherini con dentro i pezzetti di cannella.
La tradizione vuole che vengano consumati già durante la colazione della Domenica di Pasqua, dopo il digiuno del Venerdì Santo e del Sabato Santo.

Data la loro particolare forma e la loro bellezza, sono spesso un regalo originale da donare ad amici e parenti: un regalo che racconta della Sicilia e delle sue millenarie tradizioni e che noi, anno dopo anno, continuiamo a riproporre per mantenere vivo un legame con la storia del nostro territorio che ci permette di offrire sapori semplicemente genuini.

Eccovi una gallery fotografica della preparazione di questi deliziosi biscotti all’interno del nostro laboratorio.

 

A Castelbuono, nel cuore del Parco delle Madonie, si è tenuta domenica 19 giugno 2016 la giornata di formazione sui grani duri siciliani con laboratorio teorico-pratico di panificazione.

Nel corso dell’incontro è stato possibile osservare e imparare le corrette tecniche di preparazione del pane presso il panificio – biscottificio Tumminello, ma anche confrontarsi sui benefici di queste farine, sull’alimentazione e sui vantaggi della filiera corta.

Lavorare le antiche farine siciliane richiede un’altrettanto antica conoscenza perché, essendo relativamente povere di glutine, la lavorazione e la cottura differiscono almeno parzialmente dalle pratiche usuali.

Nello specifico, durante il laboratorio sono stati svelati i segreti del grano Nero delle Madonie o nero Madonita, marchio registrato dalla cooperativa Madreterra, che viene prodotto esclusivamente a Gangi dal giovane agricoltore Giuseppe Dongarrà e molito da Molini Riggi.

Gli antichi grani siciliani, antichissimi e non modificati, sono generalmente poveri di glutine, caratteristica da non sottovalutare per chi riscontra problemi di sensibilità al glutine.

Sempre più aziende di piccole e medie dimensioni coscienti del problema hanno scelto di rivedere i propri prodotti. Tra questi il nostro biscottificio, da tempo sensibile a questo diffuso problema alimentare e che ha riscoperto gli antichi grani di Sicilia come il timilia, noto anche come tumminia, e il maiorca, creando tutta una linea di biscotti preparati con farine da essi ricavate.

Generalmente, si tratta di varietà rivalutate in tempi relativamente recenti e che quindi ancora sfuggono alla grande produzione. Ciò da una parte rende meno semplice reperirle, ma dall’altra favorisce lo sviluppo di una filiera corta che permette non solo di risparmiare e di garantire un prezzo più equo ai produttori, ma anche di avere maggiore coscienza della provenienza di ciò che si acquista. Un tema molto sentito che, infatti, è stato affrontato durante la giornata.

Nel pomeriggio il convegno introdotto da Annalisa Sferruzza è stato dedicato a diversi argomenti fondamentali:

  • le farine e la tradizione mediterranea
  • la qualità e la tradizione siciliana della preparazione del pane soprattutto in riferimento al grano Nero delle Madonie
  • l’importanza della filiera corta illustrata attraverso il progetto sperimentale di micro filiera sviluppato dall’Associazione di Promozione dei “Grani antichi dell’Hymera e dell’Halycos”.

Tematiche cardine che hanno arricchito e animato l’incontro che ha visto intervenire gli oratori Annamaria Cangelosi (associazione Castelbuono Scienza), Marina Castiglione, Alfio Spina, Pasquale Tornatore e le studentesse dell’ISIS G. Salerno di Gangi (PA).

La Sicilia è una terra ricca che da millenni si distingue per la fertilità del suolo, per la generosità del sole che la scalda e la riempie di luce e per le ampie vallate adatte a ospitare ampie distese di grano dorato.

Fino al 1927 nell’isola si contavano 52 varietà autoctone di frumento che col tempo hanno, però, lasciato spazio a sementi con una migliore resa per ettaro che permettevano produzioni più abbondanti a prezzi inferiori.

Sebbene accantonati per lungo tempo, questi grani antichi non sono mai stati abbandonati del tutto e negli ultimi anni la coltivazione ha ricominciato a crescere in quasi tutte le provincie siciliane.

Date le preziose caratteristiche di questi storici frumenti originari della Sicilia, tra i quali le varietà timilia (o tumminia) e maiorca (o mjorca), sono coltivati e lavorati in biologico, mantenendo intatte tutte le caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Oltre all’assenza di OGM, questi grani vengono anche macinati a pietra. Questo permette di conservare il germe dei grani, le vitamine, i sali minerali e le proteine che rendono il prodotto non solo più sano, ma anche più digeribile.

Il grano duro timilia, in passato diffuso anche in Portogallo, Spagna, Francia e Nord Africa, ha un ciclo breve e viene seminato a inizio anno, tendenzialmente a marzo e raggiunge la piena maturazione in estate. Resiste molto bene alla siccità, è ricco di oligoelementi, povero di glutine e altamente proteico. Grazie alle sue qualità è molto adatto anche alla preparazione di pane con l’aggiunta di poca acqua.

Tra i grani antichi teneri uno dei più apprezzati è il maiorca, una spiga quadrangolare che raggiunge i 180cm di altezza adatta ai terreni aridi e caratterizzata da una maturazione veloce.
La sua farina, morbida e impalpabile è particolarmente adeguata alla preparazione di dolci, ma anche di pani bianchi, grissini e soprattutto biscotti; inoltre è spesso usata nella realizzazione della pasta reale e, secondo alcuni ricercatori, sarebbe stata alla base delle prime ricette della scorza dei cannoli siciliani.

Anche questo grano ha un basso contenuto di glutine (circa il 50% in meno dei grani moderni) ed è ricco di proteine, per cui è molto digeribile e nutriente.

“Questo piatto mi ricorda quando ero piccola…”, “Questo mi fa pensare a quando abitavo nella vecchia casa…”. Quante volte vi è capitato di dire una frase simile dopo aver mangiato una determinata pietanza o aver sentito un particolare profumo provenire dalla cucina? Ecco, questo fenomeno prende il nome di comfort food, un’espressione inglese che si riferisce agli effetti consolatori del cibo.

Il comfort food indica proprio quegli alimenti che riescono a far scaturire delle forti emozioni a chi li consuma, suscitando un grande senso di piacevolezza e appagamento. Si tratta nella maggior parte dei casi di cibi che richiamano periodi ed episodi legati all’infanzia o all’adolescenza e, proprio per tale ragione, spesso sono alimenti sani, genuini, casalinghi e tradizionali come i biscotti della nonna, la torta della mamma, il pane caldo che comprava il nonno, il pane fritto della zia e così via. Ovviamente non esiste una lista di comfort food, ognuno ha la sua e non è escluso nessun cibo.

Mangiare un cibo “comfort” significa nutrirsi di emozioni, ricordi, sentimenti che possono per qualche momento colmare vuoti interiori, sensi di solitudine e nostalgia.

Cibarsi non è una semplice azione quotidiana che serve solo al nostro organismo per sopravvivere ma è un modo per coccolare la nostra anima. Il cibo infatti può in alcuni casi diventare un ricordo, offrirci un viaggio nel passato, farci rivivere momenti lontani, situazioni con persone che non ci sono più. E’ la ricerca di un momento perduto, in cui vogliamo rifugiarci per stare meglio.
Spesso si è alla ricerca di cibi consolatori perché si è stressati o si vive lontani da casa o ci si sente soli e smarriti.

Il comfort food può essere considerato lo stadio più alto che il cibo possa raggiungere, è il connubio perfetto tra alimenti ed emozioni. Per utilizzare i termini di Ilaria Mazzarotta, che scrive un libro sull’argomento, il comfort food è “quel divano comodo che non puoi buttare, sul quale passare del tempo da soli, accoccolati con chi si ama, seduti a chiacchierare con gli amici per condividere un momento piacevole”.

Un pomeriggio d’inverno, una tazza colorata, fumante, una bevanda calda, il suo profumo, un po’ di zucchero o mezzo cucchiaino di miele, qualche goccia di limone o un pochino di latte, un piattino di friabili biscotti, magari di gusti diversi che profumano di burro: la felicità.

L’ora del tè, prima considerata una roba da signore, ormai è diventata trendy anche in Italia e cresce sempre di più il numero di locali dove è possibile rifugiarsi d’inverno per bere tè, cioccolate, infusi o tisane e trascorrere un’ora piacevole all’insegna del relax con amici e colleghi.

Aumentano sempre di più anche gli appuntamenti di lavoro nelle caffetterie all’ora del tè piuttosto che per il classico aperitivo o brunch, infatti l’ora del tè può rappresentare un momento perfetto per parlare di affari e progetti in un clima più rilassato e disteso.

Il tè fa anche bene alla salute, ne esistono varie tipologie: quello verde, nero, rosso, bianco ognuno dei quali vanta delle proprietà benefiche. Il tè verde ad esempio è un ottimo antiossidante, fa bene allo stomaco e previene la carie; quello bianco è ricco di vitamine; quello rosso aiuta a diminuire il colesterolo cattivo e stimola il metabolismo.

Anche i biscotti, soprattutto se preparati con ingredienti di qualità, possono contribuire a farci star meglio, rientrano infatti tra i cibi del buonumore. Il loro profumo, il sapore dolce che contrasta con quello del tè regala alla nostra mente e al nostro palato un momento di gioia e rilassatezza.
Possiamo dunque dire che la coppia storica di tè e biscotti rappresenta un abbinamento unico, il primo fa bene all’organismo, i secondi all’umore: un connubio a dir poco perfetto!

Le nostre vite sono sempre più frenetiche e piene di impegni, tanto che è difficile trovare un momento per stare con noi stessi o in tranquillità con amici, fidanzati o colleghi. Concederci un’ora della nostra giornata davanti ad una tazza di tè e dei biscotti, significa volersi bene, regalarsi un po’ di tregua e benessere per la mente ed il fisico.

testa di turco rustici di tumminelloCarnevale è uno di quei momenti dell’anno in cui si gustano le squisite prelibatezze della tradizione regionale.

Ogni regione, ogni città e ogni piccolo centro tramanda di generazione in generazione un dolce tipico dalle origini antichissime. A Castelbuono, Comune medievale in provincia di Palermo e luogo in cui nasce la produzione dei Biscotti Tumminello, si mangia un dolce particolarmente ghiotto che prende il curioso nome di Testa di Turco. Si tratta di un dolce al cucchiaio costituito da sottili strati di pasta sfoglia fritta, accompagnati da una crema di latte aromatizzata con cannella e limone.
Tradizionalmente questo dolce veniva preparato già durante le feste natalizie e veniva consumato fino a Carnevale.
Il suo curioso nome ci dà, già, qualche indizio sulle sue origini che sembrerebbero arabe, anche se la storia che circola attorno alla sua nascita lo fa risalire a un particolare episodio.

La leggenda popolare narra che la Testa di Turco venne elaborata proprio in occasione della sconfitta degli Arabi da parte dei Normanni. Il dolce fu, quindi, ideato per festeggiare la liberazione dalla dominazione araba.

Vogliamo proporvi una nostra particolare variante di questo magnifico dolce al cucchiaio preparandolo, anziché con la sfoglia, con i nostri biscotti “Rustici“.

Ingredienti:

Biscotti Rustici q. b.
Per la crema:
• 500 ml di latte
• 100 g di zucchero
• 50 g di amido per dolci
• Scorza di un limone
Per guarnire:
• Cannella in polvere
• Gocce di cioccolato/confettini zuccherati/codine di zucchero

Preparazione della crema
Versare in un pentolino quasi tutto il latte (tenerne da parte un bicchiere) insieme alla scorza del limone, allo zucchero e alla cannella in polvere e cuocere a fiamma bassa.

testa di turco preparazione

 

 

 

 

 

 

Mentre il latte si riscalda, versare l’amido in una scodella e scioglierlo con il latte freddo rimanente, da versare a filo. Unire, quindi, l’amido al latte nel pentolino e mescolare di continuo con una frusta. Una volta che il composto comincia ad addensare, toglierlo dal fuoco.

testa di turco preparazione

 

 

 

 

 

 

Confezionamento del dolce

Stendere uno strato di biscotti sbriciolati grossolanamente sul fondo di una pirofila, versare parte della crema in maniera omogenea, quindi ripetere l’operazione alternando strati di biscotti e di crema fino a guarnire con la cannella in polvere, scaglie di cioccolato e codine di zucchero colorate a vostro piacimento.

testa di turco

 

 

 

 

 

 

testa di turco

E’ stato presentato qualche giorno fa all’Expo di Milano, all’interno del Sicilia Cluster BioMediterraneo, il primo cortometraggio dell’Azienda Tumminello. Nella convinzione che il futuro è tradizione l’azienda si è affidata alla regista Francesca La Mantia, siciliana e da poco vincitrice del Premio Expo Città con il suo progetto “IncontrARTI a Milano” con cui ha inteso sponsorizzare e valorizzare il patrimonio culturale e artistico della metropoli lombarda attraverso le sue sei opere più famose.

Il cortometraggio, girato a Castelbuono e nelle campagne circostanti, ha la capacità di commuovere, di farci viaggiare nel tempo e nelle tradizioni, di rilanciare il gusto autentico dei biscotti artigianali. Protagonisti la natura, la tradizione, la laboriosità, gli ingredienti naturali e la continuità passato, presente e futuro. L’approccio scelto per diffondere i valori dell’Azienda Tumminello è quello della comunicazione narrativa veicolata attraverso un cortometraggio di circa 3 minuti dedicato ai sapori della memoria. Il segno di un tempo che sembra non essere passato mai si può cogliere nelle sequenze bambino – mamma, bambino cresciuto – mamma invecchiata. Una storia che appartiene a ieri, a oggi, ma anche al domani. La regista ha saputo ben interpretare la filosofia che sta alla base della produzione dell’Azienda Tumminello, ponendo l’attenzione sulla “Qualità senza tempo” che testimonia una “passione senza tempo” per i prodotti da forno, una passione trasmessa di generazione in generazione.

Francesca La Mantia, docente di latino, sceneggiatrice, regista cinematografica e teatrale nasce a Palermo dove si laurea a pieni voti in Lettere Moderne con una tesi sui Cineclub in Sicilia dagli anni ’50 ad oggi e si specializza con lode con una tesi di letteratura comparata sulle epigrafi de Il bell’Antonio di Brancati. Ha studiato sceneggiatura cinematografica presso la Scuola Cinema del Sud di Palermo, con Paolo Pintacuda, vincitore del Premio Solinas. Approda a Milano nel 2013 dove studia regia teatrale all’Accademia Paolo Grassi. Attualmente lavora con il regista Salvatore Nocita alla stesura della sceneggiatura de I comici ed è impegnata nella realtà sindacale della difesa dei lavoratori con documentari e cortometraggi di denuncia sociale. La regista è impegnata nella realizzazione del documentario La memoria che resta che racconterà le ultime memorie della Resistenza.